STORIA
La prima notizia storica sulla pieve di San Giovanni in Compito, situata nella città romana di Compito a poca distanza dall'attuale Savignano sul Rubicone, si riscontra in un papiro ravennate del 633 che documenta la presenza di un edificio religioso in ambito rurale. É probabile però che la chiesa di San Giovanni esistesse già intorno al 600, epoca nella quale la città di Compito, che sorgeva ad un quadrivio della via Emilia, fu distrutta dai longobardi. Se ne perdono poi le tracce fino al X secolo, quando ricompare nel codice Bavaro in cui si attesta la sua esistenza proprio con il titolo di “pieve”. Ma nel 1359 l'intervento di strutturazione urbana del borgo di Savignano segna il tramonto della pieve, che viene sempre più declassata a chiesa rurale e periferica. Questa decadenza si protrarrà finché, a partire dal XIX secolo, non saranno intrapresi importanti lavori di ammodernamento. Fu anche l'impegno di don Giorgio Franchini a valorizzare e rivitalizzare l'antico insediamento e la sua storia, attraverso l'apertura del museo archeologico nel 1930. Inoltre la chiesa attuale conserva numerosi resti di muratura risalente al VII secolo soprattutto nella parete meridionale, ma per il resto si mostra come un'opera pienamente romanica, ascrivibile al secolo XI. A questo proposito la facciata appare pienamente romanica e ben conservata soprattutto in seguito ai restauri della metà del Novecento che hanno riparato i danni della seconda guerra mondiale. É andata perduta, invece, l'abside originaria che, essendo pericolante, fu demolita e sostituita con una parete rettilinea. Proprio nel corso di questi restauri novecenteschi, durante il rifacimento del pavimento, si sono ritrovate anche le fondazioni dell’originaria abside semicircolare distrutta pochi anni prima del 1827.
NOTIZIE STORICO-ARTISTICHE
Partendo dall'esterno, la facciata presenta un semplice profilo a capanna, caratterizzato da una monofora e da una bifora originale sopra il portale, rimesse in luce durante i restauri del Novecento. Di grande interesse risulta la muratura della facciata, in quanto larghi tratti in mattone rosso si alternano ad alcuni in arenaria e ad inserti marmorei che utilizzano pezzi di spoglio. Inoltre l'architrave del portale, scolpito a treccia e costituito da una lastra di marmo, è da considerare come un vero e proprio elemento di reimpiego del VII secolo. Passando all'interno, la struttura a navata unica si presenta come una sobria sala intonacata, dove nella parete meridionale l'intonaco si interrompe per due ampi riquadri, mostrando la muratura seicentesca in pietra. All'interno della chiesa sono visibili due pregevoli capitelli romanici di tipo cubico (ora impiegati come acquasantiere), risalenti all'XI secolo e decorati con foglia di acanto, figure diverse sulle quattro facce dei capitelli e grappoli d'uva. Sempre allo stesso periodo va ascritto il capitello frammentario che regge il leggio presso l’altare, decorato con intrecci floreali e figure. Nella struttura dell'edificio cultuale sono presenti diversi pezzi di reimpiego scultoreo come le due lastre in marmo rosa di Verona, una collocata come mensa dell’altare e l’altra utilizzata come soglia d’ingresso della Pieve, che costituiva probabilmente una lastra di base per la balaustra di un recinto funerario. Infine, all'interno della canonica adiacente alla pieve sono stati raccolti tutti i reperti rimasti dell'antica Compitum.
LETTURE CONSIGLIATE
G. Franchini, Catalogo-guida del museo archeologico dell'antico Compito romano e della chiesa di S. Giovanni in Compito, Savignano sul Rubicone 1975.
S. Stocchi, San Giovanni in Compito, in Italia Romanica. L’Emilia-Romagna, Milano 1984.Scarpellini, Museo archeologico del Compito: guida al museo archeologico del Compito e alla pieve di S. Giovanni in Compito, Verucchio 2000.